A lezione di mare con Fabrizio Zirone
Il docente del corso per Operatore Tecnico Subacqueo si racconta nei panni di prof: «Un successo per tutti»
0
E quando uno così sveste i panni di «lupo di mare» e di biker per vestire quelli del prof, è proprio la quadratura del cerchio.
Fabrizio Zirone. 180 ore di lezione con i ragazzi del corso per Operatore Tecnico Subacqueo, appena conclusosi a Cagliari. Esperienza professionale e qualificante unica nel suo genere realizzata in Sardegna.
Le sue materie: «Teoria e tecnica di immersione in basso fondale» insieme a «Soccorso e sopravvivenza e in mare». E nel mare del sapere e della conoscenza di Viale Poetto lui mantiene rotta e velocità. E si racconta.
Cosa hai voluto trasmettere ai ragazzi?
Generalmente, quando svolgo i corsi subacquei, ciò che mi preme è trasmettere passione per il mare e profondo rispetto per la natura. In questo corso, su quindici giovani, solo cinque non avevano maturato alcuna esperienza nel settore. La mia preoccupazione, dunque, è stata quella di non disperdere il gruppo, ma di realizzare il massimo livello di coesione, in modo che i meno esperti apprendessero sia da me che dai loro colleghi più navigati, è il caso di dirlo. Io ho voluto far conoscere l’approccio all’andar per mare. Ovviamente è il mio personale.
Quanto è stato importante il background, venire cioè da corsi di subacquea ricreativa o tecnica?
La diversità nel bagaglio culturale ed esperienziale delle persone è un valore aggiunto, un elemento che arricchisce un gruppo. L’obiettivo principale era fare di questi ragazzi dei subacquei, e ognuno ha lavorato mettendo in campo le proprie potenzialità e la propria motivazione, al di là dell’esperienza. Ho cercato di far passare un approccio emotivo prima ancora che tecnico, e alla fine è stata importante l’esperienza di tutti, dal momento che ciascuno di noi ha imparato qualcosa dagli altri.
Dunque, che gruppo di ragazzi hai trovato davanti a te?
Indubbiamente è stato un gruppo eterogeneo. E a dir la verità, soprattutto in un primo momento c’è stato chi si è avvicinato a questo corso senza sapere davvero di cosa si trattasse; così come ci sono stati i ragazzi più motivati, con le idee chiare. Una differenza di motivazione che, in certi momenti, ha segnato il passo, ma che ancora una volta è stata estremamente positiva. In gruppi simili accade spesso che i più motivati vedano nei meno esperti quasi una zavorra, viceversa chi ha meno competenze rischia di scoraggiarsi di fronte a obiettivi che sembrano irraggiungibili. Fortunatamente qui non è avvenuto niente di tutto questo.
Prima di formare il subacqueo si è data grande attenzione a formare l’uomo che va in mare: capacità psico-fisiche, autocontrollo, calma, concentrazione. Sei d’accordo?
È proprio questo l’aspetto prioritario. Ancor prima della preparazione tecnica e dell’esperienza, è fondamentale sapersi rapportare con l’ambiente dove ti trovi a operare, conoscerlo, rispettarlo. Ed è importante sapere come ci si deve comportare. Questo ci rende professionisti.
Quali sono stati i punti di forza e quali invece le difficoltà?
I programmi sono stati sicuramente vincenti. I contenuti particolarmente validi, così come gli approfondimenti. Ma ciò che più conta è che entrambi sono stati modellati sulle necessità e sulle ambizioni dei ragazzi. Per quanto riguarda la navigazione, è stata fatta una sorta di propedeutica per il conseguimento della patente nautica, la cui importanza per gli obiettivi del corso è indiscutibile. Come dire, un altro traguardo raggiunto.
La collaborazione con il Centro Professionale Europeo «Leonardo» è stata totale, come anche il feeling con il tutor Wladimiro Fortuna. Sarebbe stato meglio avere più ore dedicate all’attività pratica, ma abbiamo fatto di tutto per riservare all’azione tutto il tempo possibile. I ragazzi oggi sono diventati Operatori Tecnici Subacquei. È un successo per tutti. E mi porto dentro tante soddisfazioni legate a questa esperienza.
Se ci dovessi raccontare un aneddoto, ci diresti che…
Gli episodi sono tanti e, specialmente all’inizio, si sono verificate situazioni molto curiose e simpatiche. Diciamo che… li voglio graziare!