Sbronzart, l’arte siamo noi
Il citazionismo «made in Cagliari» dà vita a un ironico flashmob
0Hanno iniziato per scherzo, con un remake del remake: il Bacio di Hayez riveduto e corretto da Done, che vi aveva inserito un venditore ambulante di rose. Ma il Bacio improvvisato nella movida notturna cagliaritana ha dato la stura a un esilarante repertorio dal gusto molto camp: dal Tondo Doni (Michelangelo) all’Estasi di Santa Teresa (Bernini), a Giuditta e Oloferne (Caravaggio).
L’ultimo capolavoro risale a sabato 16 novembre, e ha preso le forme di un flashmob. Un sabato alternativo, quello proposto a Cagliari davanti al Caffè dell’Elfo. Forse perché a essere alternativa è l’idea stessa di arte e di creazione artistica: «Avete sempre desiderato essere un’opera d’arte? Noi di Sbronzart ve ne daremo l’opportunità».
«Bisognerebbe essere un’opera d’arte o, altrimenti, indossare un’opera d’arte» (Wilde)Il postmoderno ci ha abituati alla rilettura, al rifacimento, al pastiche. Ma in un’Italia che dà sempre meno importanza alla cultura il citazionismo di Sbronzart si è tramutato in un riuscito espediente per avvicinare la Storia dell’arte alla gente. Senza perdere l’ironia né la leggerezza.E al grido «La Storia dell’arte siamo noi!» ecco La Libertà che guida il popolo di Delacroix rivisitata in chiave postmoderna. Ma l’improbabile tableau vivant è qualcosa di più di una trovata bizzarra: i prodotti artistici firmati Sbronzart si tramutano in museo di strada. L’arte prende vita. Parla alla gente, si fa conoscere, si fa toccare.
Efisio Carbone non è solo uno dei nostri migliori docenti: è anche l’anima di Sbronzart. Accanto a lui Valeria Pilleri, Paola Pintor e Silvia Baita. Efis – come ama firmarsi, con tutta la carica letteraria del personaggio deleddiano – ci racconta i retroscena dello spettacolo andato in scena sabato scorso.
Sbronzart, un nome singolare: il connubio vino/estro creativo ha ragion d’essere nella vostra idea o è tutta un’altra storia?
La scelta di chiamare questo progetto «Sbronzart» dichiara in partenza il suo carattere ludico e ironico. Anche noi, come Calvino, vogliamo sostenere le ragioni della leggerezza: volare leggeri su temi che, al contrario, hanno un grande peso. Resta comunque un sottilissimo velo di malinconia, destinato a chi decide di andare «oltre» nella lettura.
Si può accettare che venga cancellata la Storia dell’arte dalle scuole in un paese come l’Italia? No. Eppure c’è chi ha deciso il contrario. Che ne pensi?
La riduzione delle ore di Storia dell’arte nelle scuole medie superiori è un lutto per il Bel Paese che, ricordiamolo, nella sua Costituzione vanta la presenza di un articolo specifico per la promozione della cultura e della ricerca oltre la tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio (art. 9). Noi lo riteniamo un attentato alla conoscenza e alla coscienza, conseguenza di un disegno politico che è sotto gli occhi di tutti: speculare sul territorio.Volare leggeri su temi di grande peso Illuminante, a questo riguardo, il libro di Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione Cemento. A ciò aggiungiamo le aspettative tradite di chi ha investito nella formazione universitaria: storici dell’arte, esperti in tutela dei Beni Culturali. Iniziano il loro percorso sicuri di trovare sbocchi professionali in un Paese che ha un così vasto patrimonio culturale e poi gli si preclude persino l’insegnamento. Non resta che sbronz-artarsi il sabato sera!
Sbronzart è un modo nuovo di guardare l’arte o è arte essa stessa?
È entrambe le cose. Sicuramente vuol essere un atto di denuncia verso la graduale perdita di conoscenza della Storia dell’arte.
I capolavori dell’arte veicolano temi universali che il tempo scalfisce appena, la straordinaria portata dei loro messaggi abbraccia ciascuno di noi e ci contiene. Ecco perché possiamo essere arte noi stessi. Ma dobbiamo saperli leggere e per questo ci servono gli strumenti giusti. A questo aggiungiamo l’intervento site specific documentato dagli scatti. Il carattere è sempre estemporaneo, la fotografia è fatta da un cellulare. Tutto si organizza in pochi minuti tra le facce incuriosite di chi beve un cocktail. Qualcuno riconosce la citazione, qualcuno chiede, altri ridono, altri restano indifferenti. Siamo comunque molto discreti… almeno, lo siamo stati finora.
Quale messaggio volete trasmettere e a quale target vi rivolgete?
Conoscenza/coscienza. È questo il binomio che dobbiamo tenerci stretto. Invece andiamo incontro a una società sempre più povera di cultura dove, per capirci, L’estasi di Santa Teresa del Bernini non sarà più riconosciuta. Allora perché salvarla dalla polvere del tempo? Eppure l’amore, anche quello più sensuale, che tutti viviamo e che forse scopriamo proprio in età scolare, non avrebbe potuto essere rappresentato meglio.
Lo sviluppo ironico dei temi trattati e la scelta di molteplici livelli di lettura ci permette di puntare a un target diversificato. Cerchiamo di fare proselitismo nelle stesse location dei nostri scatti, che coincidono con i luoghi della movida notturna cittadina.
Come è andato il flashmob?
Per sabato abbiamo immaginato in grande, scegliendo La Libertà che guida il popolo di Delacroix: un’opera a sfondo sociale molto conosciuta. E in effetti abbiamo mirato proprio ad averlo, questo sfondo, che ha coinciso con le quinte sceniche delle scalette di Santa Chiara sopra piazza Yenne, punto di raccolta dei giovani che sostano nei diversi locali che lì si affacciano. Sulla salita si è creata una vera e propria fiumana. E a mezzanotte siamo tutti diventati un’opera d’arte, chi consapevole chi no, e abbiamo dedicato uno dei tanti brindisi notturni alla cultura. Con la speranza di tempi migliori.
«Essere un’opera d’arte» è divertente?
Molto. Lo consigliamo a tutti! Non ha controindicazioni. Favorisce la socializzazione. Funziona anche da atto liberatorio per lo spirito. L’unica raccomandazione, trattandosi di Sbronzart, è bere con moderazione e ubriacarsi solo di cose belle!